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Comune di Rocca di Papa

Elettromagnetismo

SALUTE, AMBIENTE E COMUNICAZIONE: TRE DIRITTI DA GARANTIRE

La Costituzione della Repubblica Italiana recita:

all’articolo 32 “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività“l

all’art.9 “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”

Come si conciliano i due articoli della Costituzione Italiana con il diritto all’informazione a Rocca di Papa?

La collettività dei cittadini di Rocca di Papa da decenni convive forzatamente con l’ingombrante presenza di apparati di telecomunicazione che garantiscono il diritto all’informazione dei cittadini di Roma, Provincia e Centro Italia.

Sul sito di Monte Cavo, decenni fa, furono installati numerosi impianti di telecomunicazione, praticamente quasi tutti senza i necessari titoli abilitativi.

La situazione di degrado che ne è derivata permane a dispetto delle iniziative intraprese dall’Amministrazione comunale sia direttamente verso le società proprietarie degli apparati di radiotrasmissione sia presso gli organi sovra comunali di Controllo e di Giustizia.

Monte Cavo, purtroppo (in questo caso!), per altezza e posizione, è considerato un sito strategico per le installazioni di impianti di telecomunicazione e di impianti di pubblica utilità (controllo traffico aereo e sicurezza nazionale).

Le caratteristiche “tecniche” di Monte Cavo Vetta spesso hanno fatto dimenticare che sia un sito:

  • riconosciuto in forza del D.M. del 24.04.1954 ex L. 1497/1939 sito di notevole interesse pubblico ai fini della protezione delle bellezze naturali;
  • plurivincolato sotto i profili paesistico-ambientale, storico-archeologico e idrogeologico, di cui alle leggi 1497/39, ora D.Lgs. 42/2004 e R.D. 3267/1923;
  • classificato dal P.T.P.R. “Paesaggio naturale”;
  • che ricade all’interno del perimetro del Parco Regionale dei Castelli Romani;
  • destinato nel P.R.G. vigente in zona “V2 – area verde con vincolo di inedificabilità assoluta”; vincolo confermato anche con la variante al Piano Regolatore Generale (P.U.G.C.), adottata con Delibera di Consiglio Comunale n. 22/2007, che le classifica come zona “V Aree Verdi, Ambiti territoriali di rilevanza ecologica, sottozona V1 – aree boscate”;
  • altro valore da non dimenticare è quello storico ed archeologico.

 

Monte Cavo era il centro politico religioso dei Latini sul quale realizzarono il tempio di Giove Laziale, dove si svolgevano annualmente le Feriae Latinae. Ai tempi dei Romani sul Monte si recavano i condottieri vittoriosi dopo le imprese militari per celebrare le “ovationes”.

Nel 1700 il Vescovo di Frascati, della famiglia York, fece rimuovere le ultime rovine del tempio ed eresse un monastero.

Nel 1889 il monastero si trasformò in albergo che ospitò personaggi illustri quali Adenauer, i principi Windsor, De Gasperi e Pirandello che qui scrisse “l’esclusa”.

Vorremmo che Monte Cavo venisse nominato e ricordato per il panorama mozzafiato che si gode dalla Vetta, come bellezza naturale, come paesaggio indimenticabile, come area di rilevanza ecologica da visitare e non come un sito importante per le attività di telecomunicazione.

 

Si riporta di seguito un breve excursus per fissare nel tempo i principali accadimenti afferenti la questione della delocalizzazione degli impianti dalla Vetta di Monte Cavo:

Con Deliberazione n. 50 del 4 aprile 2001 il Consiglio Regionale del Lazio approvava il Piano Territoriale di Coordinamento per la localizzazione degli impianti di emittenza in attuazione del Piano Nazionale di Assegnazione delle frequenze per il sistema televisivo regionale, stabilendo che Monte Cavo era un sito da abbandonare con consequenziale trasferimento degli impianti in siti più idonei (Colle Anfagione nel Comune di Capranica Prenestina).

Il Consiglio Comunale di Rocca di Papa con atto n. 25 del 20 aprile 2001 confermava il divieto di autorizzare nuove installazioni di impianti su tutto il territorio, disponendo il primo censimento degli impianti radio TV esistenti in località Monte Cavo Vetta, terminato nel gennaio 2002.

Al suddetto Piano Territoriale di Coordinamento la Regione non fece seguire i necessari provvedimenti attuativi, tanto che l’allora Sindaco di Rocca di Papa, nel tentativo di superare la situazione creatasi, emise l’ordinanza sindacale n.135 del 12 agosto 2003 con la quale intimò lo sgombero del sito di Monte Cavo Vetta e la demolizione, entro il temine di novanta giorni, delle opere abusive relative agli impianti di trasmissione radio televisivi ivi presenti.

L’ordine impartito dal Sindaco fu sospeso dal TAR Lazio. Avverso la suddetta sospensione il Comune ha agito avanti al Consiglio di Stato, che ha respinto l’appello cautelare promosso dal Comune considerando la permanenza degli impianti sul territorio comunale quali non comportanti un ulteriore danno all’assetto urbanistico e ambientale dei luoghi e considerando altresì l’interesse degli esercenti all’attività di telecomunicazione non tutelato in caso di demolizione in quanto le previsioni del Piano regionale non garantivano la continuità dell’attività di radio diffusione delle emittenti.

Finalmente il 13 novembre 2014 il TAR Lazio ha emesso la sentenza n.11402 attraverso la quale ha pienamente riconosciuto la validità dell’ordinanza sindacale in ogni suo profilo in quanto atto dovuto in presenza di opere abusive permanenti sulla vetta di Monte Cavo, prive di permesso di costruire in un’area assistita dai numerosi vincoli di inedificabilità sopra menzionati. In tale sentenza viene fatta giustizia e premiato il lavoro dell’Amministrazione comunale che mai ha smesso di sperare e ha continuato a lottare contro i Giganti delle Trasmissioni.

Con Deliberazione n. 172 del 13 marzo 2007 il Consiglio Regionale del Lazio adottava la variante al suddetto Piano Territoriale di Coordinamento per la localizzazione degli impianti di emittenza, prevedendo la sostituzione del sito di Colle Anfagione con i siti di Colle Sterparo nel Comune di Capranica Prenestina e di Monte Gennaro situato nel Comune di San Polo dei Cavalieri.Nel novembre 2004 un grande risultato dell’Amministrazione comunale: lo spostamento della stazione ripetitrice ACEA dalla Fortezza alla località Costarelle.

Il Consiglio regionale approvava la variante con Deliberazione n. 51 del 18 settembre 2008.

Nell’anno 2009 l’Amministrazione, forte dell’approvazione della variante al Piano, pressava sia il Ministero dello Sviluppo Economico sia la Regione Lazio nell’intento di concretizzare quanto stabilito dal Piano stesso: la delocalizzazione delle antenne da Monte Cavo.

Nell’autunno 2009, dopo un incontro con l’allora Presidente della Regione Lazio, al quale partecipò anche una delegazione di cittadini, la Regione convocò un tavolo tecnico di lavoro congiunto tra Regione – Ministero dello Sviluppo Economico – Comuni coinvolti.

Dopo alcune sedute del tavolo di lavoro veniva sottoscritto un importante verbale nel quale:

  • il Ministero proponeva lo spostamento degli impianti di emittenza radiofonica presenti su tutto il territorio comunale di Rocca di Papa presso i due siti alternativi individuati dalla Regione Lazio e si impegnava a portare a termine entro il 28 febbraio 2010 uno studio di massima, propedeutico ed indispensabile per la delocalizzazione degli impianti radiofonici da Monte Cavo nei due nuovi siti (non ancora presentato);
  • la Regione si impegnava a stanziare in bilancio le somme necessarie per la realizzazione delle opere di urbanizzazione primarie presso i due siti alternativi.

 

Lo scrivente Comune accettava la suddetta proposta.

Nell’autunno 2009, inoltre, è avvenuto il passaggio dalla tecnica analogica al digitale degli impianti radiotelevisivi, già paventato con preoccupazione dal Sindaco nel 2006 all’On. Gentiloni, allora Ministro delle Comunicazioni. All’epoca il Comune rigettò le istanze per la conversione, a cui le Società proprietarie degli impianti televisivi fecero ricorso. Il Comune si è costituito nei relativi giudizi e ad oggi i ricorsi sono in attesa di giudizio.

Dopo ripetuti incontri e solleciti ai competenti organi sovra comunali, con deliberazione n.66 in data 11.12.2010 il Consiglio comunale ha ribadito alla Regione Lazio la stringente necessità di dare attuazione al Piano Territoriale di Coordinamento delocalizzando gli impianti di emittenza radiotelevisiva nei siti di Monte Gennaro e Colle dello Sterparo, anche a fronte della sottoscrizione con raccolta di 2050 firme all’uopo predisposta dai tre Comitati di quartiere del territorio.

Il 12 novembre 2010 il Sindaco chiedeva alla ASL di istituire un’equipe medica per verificare gli effetti dell’inquinamento elettromagnetico a Rocca di Papa.

Nel novembre 2011, in seguito al superamento del valore di attenzione previsto dal D.P.C.M. 8 luglio 2003 da parte di tre emittenti in Via Prato Fabio e Madonna del Tufo, il Sindaco sporgeva una denuncia – querela alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri per l’accertamento di una effettiva e concreta idoneità delle emissioni ad offendere o molestare le persone esposte.

La normativa, a fronte di superamenti dei limiti di C.E.M., prevedeva all’epoca dei fatti, un unico adempimento in capo ai Comuni (attualmente attribuito alle Regioni): l’emissione di verbali di contestazione per la violazione della Legge 36/2001, che il Comune emise ed a fronte dei quali ha incassato € 44.000,00.

A gennaio 2012 il Comune provvedeva a diffidare Enel Distribuzione Spa a rilasciare, nell’area di Monte Cavo, volture e /o nuovi allacci senza un preventivo nulla osta comunale.

Nella primavera 2012 il Ministero dello Sviluppo Economico veniva diffidato dal Comune al rilascio di nuove autorizzazioni per attivazioni, spostamenti, modifiche di impianti di comunicazione a Rocca di Papa senza il preventivo nulla osta comunale. A fronte di quanto sopra a maggio 2012 il Ministero invitava l’Ispettorato territoriale del Lazio a non concedere nuove autorizzazioni senza aver acquisito le autorizzazioni di competenza comunale.

L’attenzione e la sensibilità dell’Amministrazione comunale sul tema dell’elettromagnetismo ha portato, nell’aprile 2012, alla creazione di una squadra di lavoro dedicata con accessi quotidiani in località Monte Cavo, dove esiste una maggiore densità di impianti.

A giugno del 2012 il nostro Comune avviava una nuova indagine conoscitiva sugli impianti di radiodiffusione presenti su tutto il territorio.

Nei siti di Monte Cavo, Madonna del Tufo, Costarella e Maschio delle Faete sono presenti n. 119 impianti di cui 48 di trasmissione radiofonica, 66 televisiva ed alcuni impianti di servizi di pubblica utilità (Vigili del Fuoco, Enav, Acea, Telecom) e di sicurezza nazionale.

Nel 2013 e 2014 si sono tenuti più incontri presso la Regione Lazio, in seno ai quali la Regione si è impegnata a convocare un tavolo tecnico dove esplicitare le azioni da mettere in campo, di concerto tra le direzioni regionali Ambiente e Urbanistica, per il rilascio delle autorizzazioni nei siti alternativi del Piano, prodromiche all’allestimento dei siti alternativi e quindi allo spostamento degli impianti radiofonici e alla conseguente bonifica del sito di Monte Cavo.

Con deliberazione di Consiglio comunale n. 10 del 12 marzo 2014 è stata istituita apposita Commissione Consiliare Speciale con potere referente, consultivo, istruttorio, di controllo e di indirizzo sulla tematica delle antenne; i verbali delle sedute sono depositate in atti.

Con l’ordinanza dell’8 ottobre 2015 (in giudizio di appello n. 1041/15 promosso dalle Società Ei Towers, Elettronica Industriale e Rti nei confronti del Comune di Rocca di Papa per la riforma della sentenza n. 11402/14 del Tar del Lazio) il Consiglio di Stato ha confermato che la postazione delle emittenti televisive CANALE 5, ITALIA 1 e RETEQUATTRO, oggi facente capo alla Società EI TOWERS SpA, non può essere mantenuta sul sito di Monte Cavo ed ha concesso pertanto alle ricorrenti 6 mesi di tempo per procedere alla delocalizzazione in altro sito.

L’incerta dimostrazione scientifica della pericolosità derivante dall’esposizione ai campi elettromagnetici generati da antenne di trasmissione radio, allo stato, non consente di adottare provvedimenti inibitori di attività che si mantengono nei limiti previsti dalla vigente normativa, fissati dagli organi tecnici ministeriali, ma la recente sentenza del TAR Lazio e la stretta collaborazione con l’Ispettorato Territoriale del Lazio fanno ben sperare che qualcosa stia finalmente cambiando, anzi osiamo dire che qualcosa sia effettivamente cambiato.

Continuiamo a batterci per far valere le nostre ragioni, stanchi di pazientare ancora per vedere riconosciuti due diritti costituzionali fondamentali: la tutela della salute e la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico.

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